Qualche giorno fa sono andato alla mostra di Vivian Maier al Museo di Roma in Trastevere.
Potrei raccontare di come alcune fotografie, possano risultare di semplice fruizione
oppure di come alcune altre, come più di qualcuno ha espresso, siano quasi al limite della banalità;
mi soffermerò invece sull’aspetto più importate e cioè, come ogni singola fotografia e come l’insieme delle stesse
siano espressione concreta di una storia; storie legate all’autrice e storie a se stanti in un connubio perfettamente bilanciato.
E’ questo che sfugge a molti.
Tanti, troppi, tentano di raccontare senza averne i mezzi tecnici e senza sapere quando parlare di un soggetto
ponendolo al centro dell’immagine e quando va posto secondo una regola dei terzi, quando incorniciare in una quinta,
tanto per elencare alcune ovvie casistiche.
Altri non raccontano e pensano che posizionare un soggetto in un modo sia un’assioma, oppure che inquadrare,
andando a contestualizzare o meno sia una mera scelta stilistica.
Da qui una miriade di immagini che non si elevano a fotografia, che non permettono all’occhio di soffermarsi su di essa,
che non danno modo al lettore di interpretare, nella maniera più ampia del termine, che non sanno in alcun modo
destare un ricordo e nemmeno un pensiero.
Immagini a termine di tempo, prodotte oggi e domani già inutili, in quanto così concrete e prive di storia
da risultare astruse ed incomprensibili, solo meritevoli di un like in un social, veloce quanto vacuo.
Raccontare una storia vuol dire in primis aver padronanza del mezzo (fotocamera e fotografia)
vuol dire parlare di qualcosa che si conosce, vuol dire progettare ed assolutamente non vuol dire
affidarsi alle proprie “emozioni” lasciando al caso tutte le variabili che potranno palesarsi…
e state certi che si paleseranno.
Questa è una delle sostanziali differenze che spesso fanno esclamare : “ Perchè la mia foto non è proprio così…
spesso però manca anche l’aspetto autocritico, ed allora tutto quanto appena scritto, diviene davvero poco utile.
Vi lascio con un progetto che svolgerò domani e che tradurrò in fotografia a pellicola.
E’ solo una parte dello storyboard, ma può rendere l’idea.
Raccontare sempre una storia,
che facciate una fotografia o dieci.
(Fotografia Tiziano Toma)
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